LA NORMATIVA DI RIFERIMENTO

I fatti di cronaca di questo anno impongono una riflessione sulla gestione degli incendi nelle Residenze Sanitarie Assistenziali. Visto l’ultimo caso a Milano di luglio scorso dove sono morti sei ospiti della struttura a causa del mancato funzionamento dell’impianto di rilevazione fumi, è diventato sempre più urgente affrontare il problema con soluzioni adeguate e concrete.

Come prima cosa è necessario analizzare il riferimento normativo che è applicabile a questo settore.

Sulla Gazzetta Ufficiale n. 85 del 9 aprile 2021 è stato infatti pubblicato il D.M. 29 marzo 2021, riguardante “Approvazione di norme tecniche di prevenzione incendi per le strutture sanitarie”.

Il D.M. 85 del 9 aprile 2021, che prende corpo dalle previsioni del Capitolo V.11 del Codice di Prevenzione Incendi (DM 3 agosto 2015), inteso come integrazione delle regole generali (RTO, ovvero Regola Tecnica Orizzontale ed RTV 1, 2 e 3) e di quelle specifiche per alcune tipologie di attività, rappresenta la nuova Regola Tecnica Verticale in materia di prevenzione incendi nelle strutture sanitarie e si riferisce anche alle Residenze Sanitarie Assistenziali.

Si capisce bene, quindi, quanto sia divenuto importante, già durante la fase di analisi del rischio da parte del professionista, progettare misure antincendio che siano allineate alle previsioni della RTV.11 e che consentano di ottenere livelli di rischio incendio residuo significativamente ridotto.

Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la mitigazione del rischio incendio negli apparati elettrici nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, come una delle priorità di tutte le procedure di gestione dei rischi in queste strutture, volte a garantire la sicurezza delle persone e l’erogazione dei servizi assistenziali.

PREVENZIONE INCENDI DI NATURA ELETTRICA CON FIRE KLOUD

I rischi di natura elettrica rappresentano una delle principali cause di innesco di principi di incendio e sono considerati, tra le Aree a rischio specifico, quelli più diffusi e trasversali.

La maggior parte degli incendi elettrici è provocata da corto circuito o da malfunzionamento di apparati e macchine elettriche. Le cause più comuni risiedono in problemi di giunzione, di surriscaldamento dei cavi elettrici o dei componenti e nella formazione di condensa.

Le conseguenze procurate da questo tipo di incendi non rappresentano solo un pericolo per l’incolumità delle persone, ma comportano, anche, dei danni indiretti dovuti al blocco nell’erogazione dei servizi e ai disservizi tecnici che ne derivano.

A questo si aggiungono, soprattutto nelle strutture meno moderne, tutte le problematiche di gestione dell’esodo del personale sanitario e dei degenti, legate all’incendio di quadri elettrici che, trovandosi lungo le vie di esodo, come corridoi e vani scala, a causa del fumo generato mettono in pericolo il regolare deflusso delle persone e la corretta attuazione delle procedure di GSA.

In tale contesto si inseriscono i sistemi di estinzione automatica ad aerosol condensato che, in applicazione del nuovo Codice di Prevenzione Incendi (DM 3 agosto 2015), rappresentano una delle Soluzioni Progettuali Alternative utilizzabili dai Progettisti per il raggiungimento di prefissati Livelli di Prestazione. Infatti, per le Aree a Rischio Specifico elencate al Capitolo V.1 del Codice di Prevenzione Incendi, i sistemi di estinzione ad aerosol condensato a protezione dei quadri elettrici rientrano tra le misure di Strategia Antincendio previste al paragrafo V.1.2, al punto 2.c: «Installazione di sistemi manuali o automatici di inibizione, controllo o estinzione dell’incendio a bordo macchina per la protezione specifica degli impianti e delle apparecchiature a rischio specifico di incendio». La soluzione di installare sistemi ad aerosol condensato per la soppressione del principio di incendio, proteggendo l’interno delle apparecchiature, è stata valutata favorevolmente nell’ottica di utilizzare un prodotto efficace, compatto, durevole e con costi di manutenzione ridotti.

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